L’insufficienza venosa è una condizione molto diffusa che porta ad un danno sia estetico che funzionale degli arti inferiori pertanto è importante effettuare visite e programmi di trattamento idonei al fine di raggiungere un miglioramento prima di tutto funzionale e consecutivamente estetico. Laser, T.R.A.P. e scleroterapia sono le nostra armi a disposizione avendo cura di ponderare la scelta della metodica a seconda della condizione specifica da trattare.
L’obiettivo è quello di risolvere in maniera duratura anche i casi di varicosità gravi minimizzando le complicanze della scleroterapia tradizionale obliterativa. Per ottenere tale scopo si usa una
soluzione alcalina di salicilato di sodio al 6%, in veicolo idroglicerico, il bisclero.
Nei vasi venosi di calibro maggiore la cui parete presenta struttura fibro-elastica, la fibrosi parietale indotta dalla iniezione endoluminale di bs determina ispessimento in assenza di sclerosi: persistono infatti le fibre elastiche endoparietali. Nei vasi di più piccolo calibrodotati di parete a struttura fibrosa priva di fibre elastiche, la fibrosi parietale in assenza di obliterazione del lume risulta meno passibile diuna recidiva dello sfiancamento flebectasico a causa del trattamento contemporaneo di tutto il circolo superficiale eperforante, che ripristina corrette condizioni emodinamiche e pressorie nei distretti interessati.
Con la T.R.A.P. la strategia terapeutica razionale è intervenire su tutto il circolo venoso superficiale e perforante dell’arto inferiore. Naturalmente l’intervento non può essere un intervento obliterativo, come sarebbe utilizzando le comuni soluzioni sclerosanti: polidocanolo e tetradecilsolfato di sodio.
Una simile procedura, eseguita con questi farmaci obliterativi sarebbe molto rischiosa. Anche la glicerina cromica non sembra idonea ad essere iniettata in alte quantità per gli effetti irritativi del cromo trivalente sui reni e per le manifestazioni allergiche dovute al cromo (19) e al nichel contenuto come impurità nel suo sale trivalente (20). Per evitare i rischi di trombosi del circolo profondo tutti gli autori consigliano di iniettare esclusivamente i vasi chiaramente patologici con piccole quantità di soluzioni obliterative. L’iniezione di una piccola quantità totale di soluzione e per singola iniezione, limitata ai vasi ectasici, inevitabile nella scleroterapia obliterativa, dà luogo ad un’azione bidimensionale, non idonea a risolvere una patologia tridimensionale e diffusa a tutto il circolo superficiale e perforante.
Al contrario di quanto avviene dopo la scleroterapia obliterativa, con la T.R.A.P. gli apparati
valvolari, che costituiscono la parte più resistente della vena , sono conservati.
L’ordinata “rigenerazione” di tutti i vasi diminuisce l’eccessiva capacitanza del circolo, migliora la sintomatologia del paziente, ripristina l’estetica degli arti e blocca l’evoluzione della malattia.
Dott. Mario Silvestri | P. Iva
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